
Kerakoll Color Collection

Color Collection è la proposta di colori e superfici per la decorazione d’interni Kerakoll. La palette colori è composta da 150 tonalità sofisticate, organizzate in 15 scale cromatiche verticali: da bianchi delicati e toni pastello a colori più scuri e dalla elevata saturazione, tutti complementari o abbinabili agli altri. Quanto alle superfici, Kerakoll offre una gamma di materie per pavimenti e rivestimenti che va dalle resine ai cementi, dai legni alle pitture, per molteplici effetti e finiture destinati ad indoor e outdoor.
A raccontarci nel dettaglio la Color Collection è l’Architetto Erik Gasparini, responsabile, insieme al socio Andrea Ghidini, di un recente intervento di restauro e risanamento conservativo in cui i materiali Kerakoll hanno rivestito un ruolo centrale. Si è trattato dell’accorpamento di due appartamenti in un’unica unità abitativa, disposta su più livelli, nel centro storico del comune di Rubiera, ReggioEmilia. Su richiesta della committenza, si è creata una dimora di rappresentanza moderna, spaziosa, aperta e fluida, dove l’uso di materiali naturali in abbinamento alle finiture in resina ha saputo ricucire gli spazi e attribuire all’insieme un tono estremamente minimalista, ma allo stesso tempo caldo ed elegante.
“Il tema era proprio quello di utilizzare dei materiali estremamente minimali che andassero poi a dialogare con delle opere d’arte, e con i materiali Kerakoll siamo riusciti secondo me a trovare il giusto equilibrio […] Adesso c’è la tendenza di realizzare questi ambienti molto minimi, molto minimali, con il rischio però di creare ambienti abbastanza piatti, impersonali, freddi per definizione, quindi l’inserimento dell’opera d’arte, piuttosto che la scelta delle finiture, piuttosto che l’uso dell’arredamento servono per ridare calore all’abitazione. Questo è un po’ l’obiettivo” ha spiegato l’Architetto. Non a caso, nel 2019, anno di realizzazione del progetto, la collezione Kerakoll di Piero Lissoni si chiamava “Warm”.
“Infatti, se posso entrare a parlare proprio della collezione, inizialmente Kerakoll fece una produzione che comportava l’utilizzo solo di dieci colori, una scala di grigi: si partiva da un RAL 9010 per arrivare a praticamente un nero. E si potevano alternare questi colori con degli effetti superficiali differenti, quindi una righina, un effetto laccatura completamente liscio, un effetto un pochino a buccia d’arancia, un intonaco quasi che sembrava marocchino… però erano dieci colori e sei tipologie di finitura. Il concetto iniziale parte anche dal fatto che, siccome le resine hanno sempre creato problematiche nel caso di riparazioni da fare nel tempo, andando a codificare esattamente questi colori, anche se si fosse resa necessaria una riparazione, si riusciva assolutamente a riprendere tutta la superficie. Poi chiaramente il mercato ha portato a dover forzatamente ampliare il ventaglio, perché questi dieci colori dopo cinque, sei anni sono risultati abbastanza restrittivi, e adesso sono diventati centocinquanta.”
Interessante, a questo proposito, non è solo come la collezione sia cambiata nel tempo, ma anche il fatto che abbia da subito fornito una soluzione alla grande paura degli architetti d’interni, ossia l’eventualità che, utilizzando la resina, nel tempo si creassero dei problemi, delle crepe che la natura irripetibile del colore avrebbe reso impossibile riparare: “Per noi è facile accettare l’usura del materiale, anzi ci piacemolto il tempo che passa. Invece per il privato… E’ allora che Kerakoll ha pensato di fare questa linea di colori codificati. Io ne ho riparati alcuni e devo dire che il risultato funziona. Poi l’ha estesa. Ecco, in questa casa c’è quest’altro tema: Kerakoll ha esteso i colori anche nel recuperare il ripristino di TUTTI gli elementi d’arredo, quindi puoi verniciare una porta, un falso stipite, un termo, un camino, tutti i componenti della casa utilizzando lo stesso tono”.
Insomma, la centralità della Kerakoll Color Collection si deve soprattutto al concetto di restyling totale che sta alla base del progetto, dove le pareti, i pavimenti, le porte, la boiserie, gli elementi d’arredo preesistenti… tutto è stato rivestito con i materiali della Collezione, per una perfetta armonia cromatica. “Vai a prendere un vecchio parquet antico, gli puoi dare un tono di colore. Rimane sotto la sua memoria storica, con anche le sue imperfezioni. Però lo fai rivivere. E l’aspetto che poi, oltre alla parte estetica, è fondamentale, è che sono prodotti altamente performanti. Quindi non è che fai la verniciatura, poi dopo sei mesi comincia a saltare via, comincia ad avere dei problemi…”
Per concludere, abbiamo domandato all’Architetto Gasparini se sapesse individuare un eventuale sviluppo ulteriore della Collezione: “È molto complicato, sono già arrivati ad un ottimo livello. L’unica cosa, se vogliamo sottolineare qualcosa di penalizzante, è che sono tutti prodotti a base sintetica. Sono completamente certificati, ma forse se riuscissero a spostarsi anche nel mondo della terra, nel mondo di materiali più naturali… è questo, per me, lo spunto. Non è nel DNA di quel che nasce quasi come un laboratorio chimico, però potrebbero abbinare una divisione anche per chi, invece, vuole utilizzare le argille, le terre marocchine… Ma nella direzione del sintetico, più di così, non vedo cosa si possa fare. Ecco, forse le finiture superficiali non sono tantissime, forse lì si potrebbe ampliare un po’ l’offerta.”